Io sono già morto by David Unger

Io sono già morto by David Unger

autore:David Unger [Unger, David]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788820097653
editore: Frassinelli
pubblicato: 2017-12-04T00:00:00+00:00


15

Portiamo la montagna a Maometto

Un martedì pomeriggio, sul tardi, Maryam sta facendo un solitario sul tavolo della sala da pranzo, chiedendosi quanto durerà la situazione di stallo con il marito. In quel momento Samir entra in casa: è tornato in anticipo dal lavoro. Si avvicina e le dice che sua nipote, Verónica Handal, verrà in visita da Tegucigalpa, in Honduras, quella sera stessa, e trascorrerà alcuni giorni con loro.

«Io non avevo diritto di essere consultata, al riguardo?» chiede lei, alzando lo sguardo dalle carte.

«Se vivi ancora nel mio appartamento, è solo grazie alla mia gentilezza. Un altro ti avrebbe buttata fuori da molto tempo, dopo quello che hai fatto.»

«Non hai bisogno di buttarmi fuori. Quando me ne andrò, sarà una mia decisione.»

Samir annuisce, con disprezzo. Indossa un completo a tre pezzi con sotto una camicia bianca aperta. «Ti ho già detto che non intendo essere lo zimbello della comunità libanese. Te ne andrai quando lo dirò io. Nel frattempo, come avrai notato, sei libera di andare e venire come ti pare. Ma Verónica è la mia sola nipote e si occupa di mio fratello e di sua moglie, che sono in una casa di riposo. Casa mia è casa sua. Posso invitarla quando voglio senza bisogno di consultare te.»

A Maryam Verónica non è mai piaciuta. Ha una decina d’anni più di lei, sui cinquanta o poco più, e non si è mai sposata. Poiché i suoi genitori soffrono entrambi di demenza senile, si comporta come l’unica, vera martire in tutto il mondo, perché ha sacrificato la propria felicità per occuparsi di loro. In realtà, non ha mai avuto nessuna felicità da sacrificare. È severa nei gusti, veste in modo scialbo e ama criticare chiunque si comporti con un minimo di coraggio. Il suo corpo è troppo grande in ogni particolare: orecchie, labbra e soprattutto i seni, due enormi melanzane informi che nessuno vorrebbe toccare. Ma ciò che non piace a Maryam non è tanto il suo aspetto, quanto la sua mancanza di sincerità e la sua abitudine di rigirare sempre il coltello nella piaga. Loro due non sono mai andate d’accordo, fin dal loro primo incontro, durante la cerimonia di fidanzamento tra Maryam e Samir, in casa di Jorge Serrano Elías, un ex presidente del Guatemala di origine libanese. Verónica l’aveva subito criticata per la scollatura eccessiva, e Maryam, invece di sentirsi bella e godersi il momento, aveva passato la serata a tirare su il vestito per coprire i seni.

Stranamente, entrambe sono della stessa altezza e hanno occhi e capelli dello stesso colore. Ma le somiglianze finiscono lì. Verónica non splende di luce propria ma è solo un debole riflesso della luce degli altri. Se morisse, pensa Maryam, nessuno sentirebbe la sua mancanza. Nemmeno i suoi genitori malati, nemmeno Samir.

«E quanto tempo resterà qui?» chiede, girando tre carte alla volta. Ormai ha perso il senso del solitario. Ci sono già quattro re scoperti e potrebbe vincere.

«Solo qualche notte.»

«È stata mandata in missione da tuo fratello Saleh?»

«Parli del mio povero fratello demente che sta in una casa di cura? Il senso della decenza ti ha proprio abbandonata.



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